Nella mattinata di ieri, 28 agosto 2024, una delegazione del Consiglio Direttivo e della Commissione Carcere della Camera Penale Veneziana ha visitato la Casa Circondariale Santa Maria Maggiore, unitamente al Garante dei detenuti di Venezia e al Consigliere comunale Paolo Ticozzi, per manifestare vicinanza alla popolazione detenuta.
Accompagnati dal Direttore e dal Capo Area educativa, nei reparti detentivi gli avvocati penalisti hanno toccato con mano le conseguenze del grave sovraffollamento.
Nell’istituto sono attualmente presenti ben 260 ristretti a fronte di una capienza regolamentare di 159 posti!
Nelle camere detentive si contano in pochi mq da 3 a 6 reclusi, con brande su 3 piani, vecchi materassi e cuscini in gomma piuma, tavolini e sgabelli insufficienti, servizi igienici carenti, ventilatore solo per chi può permettersi la spesa, niente frigorifero e lavatrice “d’istituto” in uso collettivo a turno.
Gli stranieri sono 153 (pari al 60%) e tra i 175 detenuti con condanna definitiva, ben 71 hanno un residuo pena inferiore ad 1 anno.
Un esiguo numero è occupato al lavoro per l’Amministrazione penitenziaria e solo 3 detenuti sono occupati nel laboratorio interno della Cooperativa Rio Terà dei Pensieri.
Questi pochi dati fotografano una detenzione al limite del rispetto della dignità degli individui e non proiettata verso la loro risocializzazione, tenuto altresì conto della presenza di numerosi detenuti tossicodipendenti e/o con problematiche di disagio e psichiatriche, amplificate dal sovraffollamento.
In tale contesto, il “decreto carcere” di recente emanazione è assolutamente insufficiente e inadeguato a risolvere le problematiche carcerarie di cui l’impressionante numero di suicidi di quest’anno - detenuti e polizia penitenziaria- è il preoccupante termometro.
Il Direttore, giunto a Venezia solo da pochi mesi, è impegnato a reperire sul territorio opportunità di formazione e lavoro, già sperimentate positivamente nel recupero in corso della struttura della S.A.T. alla Giudecca, destinata a un modello di “custodia attenuata”.
Nell’incontro con il Direttore, gli avvocati penalisti hanno posto le basi per la definizione di un “protocollo per la prevenzione dei suicidi” (sono stati 3 nel 2023, 2 nel 2024 in questo istituto) che coinvolga anche la sanità penitenziaria, oltrechè per introdurre un servizio mail per favorire la comunicazione tra popolazione detenuta, familiari e avvocati e per incentivare lo svolgimento di attività lavorative anche all’esterno della casa circondariale con la costituzione di “borse lavoro”.
Tutto ciò nella comune convinzione che restituire dignità alla detenzione e garantire un trattamento individualizzato per ogni ristretto, anche con misure alternative alla detenzione, sono obiettivi da perseguire perché il carcere non produca marginalità ma sia un’effettiva occasione di risocializzazione .
La Camera Penale Veneziana continuerà l’attività di monitoraggio negli istituti penali veneziani.
Il Consiglio Direttivo